Dipendenti pubblici, il ritorno in ufficio non è una priorità: per tutta la fase due lo smart working dovrebbe essere la modalità con cui si svolgerà il proprio lavoro, salvo i casi di attività indifferibili.
Dipendenti pubblici: per tutta la fase due, salvo che per le attività indifferibili, si potrebbe continuare a lavorare da remoto. È quanto emerge dalle ultime riunioni alle quali stanno prendendo parte tanto le organizzazioni sindacali quanto gli organi dirigenti della Funzione Pubblica; dal confronto è emersa l’esigenza di continuare con lo smart working dove possibile e così dovrebbe essere per tutta la durata della fase due.
D’altronde, anche le indicazioni governative si muovono in tal senso, prevedendo che in tutti gli ambiti lavorativi, laddove possibile, l’attività in presenza possa essere limitata ai casi delle attività indifferibili. Generalmente, quindi, si dovrebbe continuare a lavorare in smart working e il ritorno in ufficio appare ancora lontano.
E quando si tornerà a lavorare in presenza ci sarà l’adozione delle più opportune misure di sicurezza, dalla distribuzione di mascherine e disinfettanti per il personale all’installazione di pannelli in plexiglass laddove sia prevista l’attività di front office. L’ingresso agli uffici pubblici, inoltre, dovrà essere contingentato e in entrata ci saranno i dovuti controlli con il termoscanner.
In ogni caso per il rientro in ufficio mancano ancora alcuni aspetti da chiarire e ad oggi non sembrano esserci le possibilità per una ripresa delle attività in presenza già per il 18 maggio 2020, data in cui ci sarà il secondo step della fase due.
Dipendenti pubblici: smart working per tutta la fase due?
Sia i dirigenti della Pubblica Amministrazione, quanto i rappresentanti sindacali dei lavoratori, concordano sul fatto che la modalità di lavoro agile rimane, ad oggi, la miglior misura di prevenzione dal contagio. D’altronde è proprio grazie allo smart working che è stato possibile mandare avanti le attività in questi mesi ed è per questo che ad oggi l’Amministrazione non sembra avere né la volontà, né tantomeno la necessità, di precipitare i tempi per un rientro dei dipendenti in presenza.
Rientro che, come ribadito, dovrà avvenire garantendo la sicurezza di qualsiasi persona che si troverà all’interno dei pubblici uffici, sia per gli operatori pubblici che per gli utenti.
Tutte indicazioni che sembrano propendere per un ritorno lontano, che difficilmente sarà il prossimo 18 maggio. Nuove indicazioni, comunque, dovrebbero arrivare dal nuovo DPCM con cui la Presidenza del Consiglio annuncerà le nuove regole da seguire per le ultime due settimane di maggio.
Dipendenti pubblici: come sarà il ritorno in ufficio
Una volta ritornati in ufficio, comunque, nulla sarà come prima. A partire, ovviamente, dall’obbligo di indossare i dispositivi di sicurezza, quali guanti e mascherine, ma anche il rispetto delle distanze tra i dipendenti.
È per il rispetto di quest’ultimo punto che dovrà essere chiarito un numero massimo di personale che potrà eventualmente tornare in servizio in presenza; gli altri continueranno in smart working. Solo limitando la presenza degli operatori, infatti, si potrà garantire il rispetto delle opportune distanze.
Novità ci saranno anche sul modo di operare: l’ingresso degli utenti nei locali pubblici dovrà essere contingentato e, quando e dove possibile, bisognerà lavorare solamente per appuntamento.
Fonte: https://www.money.it/ Antonio Cosenza