Il Messaggero – Andrea Bassi
Statali: i 225 mila dipendenti delle Funzioni centrali riceveranno a maggio nelle loro buste paga gli aumenti di stipendio del nuovo contratto firmato lo scorso 5 gennaio e approvato mercoledì scorso dal consiglio dei ministri. Renato Brunetta, ministro per la Pubblica amministrazione, che con i sindacati aveva firmato il Patto per l’innovazione nel lavoro pubblico e la coesione sociale, ha sottolineato come il contratto dia “concreta attuazione alla milestone del Pnrr relativa alla riforma del pubblico impiego, prevedendo la revisione degli ordinamenti professionali, delle carriere, l’introduzione di una quarta area per i funzionari dedicata alle elevate professionalità e il potenziamento della formazione e delle competenze”. Arriveranno anche arretrati fino a 2.500 euro. Somme che saranno pagate anche a chi ha lasciato il lavoro tra il 2019 e il 2021, il periodo coperto dal nuovo accordo. Ma il nuovo contratto delle funzioni centrali, che fa da modello anche per quelli della Sanità, degli Enti locali e della scuola, è importante anche per altre ragioni. Perché per la prima volta ridisegna le regole del lavoro pubblico.
Riapre i percorsi di carriera dei dipendenti, bloccate da anni di austerity. Ogni lavoratore pubblico avrà a disposizione nella sua carriera cinque “differenziali stipendiali”, scatti fino a 2.250 euro lordi l’anno che saranno assegnati in base ad anzianità e merito, dove quest’ultimo peserà per il 40% nella decisione. Sarà più semplice avanzare nelle carriere. I dipendenti pubblici non dovranno confrontarsi nei concorsi con gli esterni alla Pubblica amministrazione. Le progressioni potranno avvenire dall’interno, sulla base del possesso dei titoli di studio e delle valutazioni di merito. Fino al 2024, per più di due anni insomma, i passaggi da un’area a quella superiore potranno avvenire in «deroga» ai titoli di studio. Un assistente di seconda area, dunque, potrà passare funzionario anche senza possedere la laurea. Nasce, accanto alle vecchie tre aree, una quarta area. È stata ribattezzata delle elevate professionalità. Qualcosa di simile all’area Quadri del settore privato. Servirà ad accogliere coloro che saranno assunti per lavorare al Pnrr. Infine, arriva la regolazione dello smart working. La prima volta in un contratto collettivo.
Carriere\1 Avanzamenti da 2.250 euro
Il nuovo contratto prevede dei “differenziali stipendiali”. Si tratta di scatti per remunerare il maggior grado di competenza professionale acquisito dai dipendenti. Quanto valgono questi scatti? Per i funzionari 2.250 euro lordi annui; per gli assistenti 1.250 euro lordi annui e per gli operatori 800 euro lordi annui. Ogni dipendente potrà avere nella sua carriera al massimo 5 scatti (se funzionario o assistente) e 2 se operatore. I dipendenti da premiare saranno scelti in base a un mix tra valutazione (varrà il 40%), anzianità di servizio (fino al massimo ad un altro 40%) e formazione.
Carriere\2 Progressioni senza concorso
Per progredire nella carriera, ossia passare da un’area a quella superiore, per gli attuali dipendenti non sarà più necessario partecipare a un concorso pubblico. Ci sarà una procedura comparativa basata sulla valutazione positiva conseguita dal dipendente negli ultimi tre anni. Bisognerà però possedere i requisiti previsti per l’accesso all’area. Con una eccezione. Fino al 2024 i passaggi potranno essere effettuati anche in deroga al possesso dei titoli. Un assistente con 10 anni di esperienza potrà diventare funzionario anche senza laurea.
Gli arretrati: in busta paga oltre 2 mila euro
La firma del nuovo contratto delle Funzioni centrali è arrivata nel 2022. Ma il periodo coperto dall’accordo è quello che va dal 2019 al 2021. Questo significa che nelle buste paga di maggio saranno riconosciuti ai dipendenti di ministeri, agenzie fiscali, Inps e Inail, anche gli arretrati maturati negli ultimi tre anni. Secondo i conteggi dell’Aran, per i funzionari gli arretrati saranno in media di 2.545 euro lordi, quelli per gli assistenti di seconda area di 1.906 euro lordi, mentre per gli operatori della prima area gli arretrati medi sarebbero di 1.680 euro.
Gli aumenti fino a 117 euro lordi al mese
Il nuovo contratto prevede aumenti che variano da 63 euro lordi mensili per gli operatori della prima fascia, fino a 117 euro lordi mensili per i funzionari di grado più elevato. La media degli aumenti, secondo quanto calcolato dall’Aran, è di 105 euro lordi mensili. Oltre agli aumenti, nelle buste paga di maggio arriveranno gli arretrati di oltre tre anni, visto che il contratto copre il periodo 2019-2021. Gli arretrati vanno da 1.680 euro per gli operatori, a 1.906 euro per gli assistenti, fino a 2.545 euro per i funzionari. A riceverli saranno anche coloro che sono andati in pensione nel triennio.
Lavoro agile, niente più limiti se c’è efficienza
Vengono introdotti due tipi di lavoro agile: lo smart working propriamente detto e il lavoro da remoto. Nel primo caso si tratta del classico meccanismo dello smart working per obiettivi. Che non avrà limiti, ma dovrà garantire l’efficienza dei servizi pubblici. La giornata sarà divisa in due fasce: contattabilità e disconnessione. La fascia di disconnessione va dalle 22 alle 6. La fascia di contattabilità, durante la quale invece possono essere inviate mail ed effettuate telefonate, non può comunque durare oltre l’orario medio giornaliero di 9 ore.
Inquadramento: nasce l’area dei professionisti
Accanto alle tradizionali tre aree (prima, seconda e terza), viene introdotta una quarta area, definita delle «elevate professionalità». Lo scopo è accogliere i dipendenti che saranno assunti nell’ambito dei programmi del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza. La retribuzione della quarta area sarà di 35 mila euro lordi annui, ai quali si aggiungerà una indennità di posizione che potrà oscillare tra 11 mila e 29 mila euro lordi annui. Oltre all’indennità di posizione, vengono previsti dei premi di risultato e degli incentivi alla mobilità territoriale.
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